Tuscolo

L'antica città sorge nel punto più avanzato dell'orlo del cratere del Vulcano Laziale verso la piana del Tevere, una posizione ideale per il controllo del territorio: Roma a valle, e i due principali assi di comunicazione verso la Campania, la Via Labicana a nord e la Via Latina a sud. Se la tradizione ne attribuisce la fondazione a Telegono, figlio di Ulisse e Circe, la realtà archeologica conferma una frequentazione del sito fin dall'età del brónzo (fine II millennio a.C.); ma è dal VII sec. che gli Etruschi (da cui proviene, evidentemente, il nome) la eleggono come punto strategico in pieno territorio latino, e vi mantengono a lungo una notevole influenza, visto che Tarquinio il Superbo vi si rifugia dopo la sua cacciata da Roma.

Con la battaglia del Lago Regillo (499 a.C.) ed il patto di alleanza fra città latine e Roma, Tuscolo perde importanza, riacquistandola molto più tardi, dalla fine dell'età repubblicana, come centro amministrativo e di attrezzature pubbliche e religiose di un territorio investito dal diffondersi delle Ville Suburbane che in gran numero e spesso di dimensioni grandiose, segnano le salubri e verdeggianti pendici dei Colli Albani, spesso modificandone profondamente il paesaggio con ampi terrazzamenti artificiali. Esaurita la grande stagione delle ville, la cittadina, grazie alla sua posizione dominante, mantiene continuità di vita sino a riacquistare, dal secolo IX un ruolo centrale come sede della più potente famiglia baronale della Campagna Romana, i Conti di Tuscolo, che per quasi tre secoli, dominano la scena politica della stessa sede papale, esprimendo ben cinque pontefici.

L'esercizio eccessivo di tale dominio genera infine un crescente odio dei Romani verso la famiglia e la rocca che ne è il simbolo; circostanza che spinge i Tuscolani a schierarsi con il partito imperiale, grazie a cui trovano una momentanea protezione e la memorabile quanto effimera vittoria nella battaglia di Monteporzio (1167); ma una volta lasciata al suo destino, e nonostante un estremo tentativo di mediazione di Alessandro III, che si impossessa della rocca soggiornandovi a lungo, Tuscolo viene definitivamente rasa al suolo dal popolo Romano il 17 aprile del 1191, con azione tanto accanita che il sito viene da allora coperto dall'oblio, facendo persino perdere cognizione dello stesso nome.

Fonte di curiosità per tutto il '500, la scoperta di Tuscolo e l'identificazione del sito con l'antica città avviene a partire dall'Ottocento con i primi scavi compiuti da Luciano Bonaparte, volti esclusivamente alla ricerca di opere d'arte per il mercato antiquario: I'esito è così soddisfacente che egli stesso cita in una lettera il deposito di ben 14 casse di sculture! La passione dei suoi successivi proprietari, Maria Cristina di Sardegna e il Principe Borghese Aldobrandini, e la competenza del Biondi e del Canina, che ne dirigono gli scavi, rimediano in parte alle devastazioni del Bonaparte e proseguono le ricerche nei siti di maggiore evidenza: la targa marmorea posta sulla sommità del teatro ne suggella l'opera, ricordando la visita di Papa Gregorio XVI nel 1839.

Particolarmente notevole è l'opera grafica del Canina, di rilevamento della città e dei suoi monumenti, anche se integrata da ricostruzioni ipotetiche o arbitrarie. Purtroppo le tante opere d'arte rinvenute sono disperse fra i più importanti musei del mondo, e l'unica collezione unitaria è ospitata nel Castello di Agliè, presse Torino.

Poche le ricerche condotte da allora, intervallate da lunghi periodi di spoliazione e di abbandono. Negli ultimi anni, l'acquisto del terreno da parte dell'XI Comunità Montana e la ripresa degli scavi su base scientifica pongono finalmente l'esigenza della realizzazione di un Parco archeologico protetto e organizzato.

L'itinerario di visita qui descritto tocca ovviamente, con sommaria descrizione, solo i siti più notevoli, alcuni dei quali (versante sud e Rocca) appartenenti al Comune di Grottaferrata. AnfiteatroLa città, che si svolge tutta su una stretta dorsale, si struttura con una parte bassa ed una parte alta (Acropoli, poi Rocca), organicamente mediate dal complesso Foro-Teatro, con alcune balze secondarie verso sud utilizzate come necropoli, ed è contornata da un fitto tessuto di ville suburbane, in cui si inseriscono gli episodi monumentali dell'Anfiteatro e del santuario extraurbano. Si consiglia di iniziare la visita presso l'area di ristoro, immettendosi nella Via basolata che funziona da unico asse urbano.

A valle, dall'altro lato della strada moderna, si può scendere all'Anfiteatro, costruito in opera quadrata di tufo ed opera mista, cioè in laterizi con specchiature di opera reticolata, nel II sec. d.C., in parte internato e fortemente degradato. Sul lato a valle la strada prosegue nella cosiddetta Via dei Sepolcri, mentre continuando a monte si incontrano sulla destra le imponenti strutture della cosiddetta Villa di Tiberio, in realtà grande Santuario, edificato nell'attuale forma all'inizio del II sec. d.C., inglobando strutture precedenti.

Forma un enorme terrazzamento artificiale, la cui fronte verso valle, ora in gran parte crollata, doveva costituire un elemento davvero impressionante, la cui vista doveva colpire da grande distanza; sono ben conservate alcune delle concamerazioni della serie interna e parte del eorridoio centrale, mentre di quella esterna rimangono enormi blocchi di crollo disposti sul pendio, che concorrono a formare uno scenario di tragica bellezza.

Proseguendo sulla strada, si giunge ad un pianoro ove, sulla destra si apre un ampio panorama sulle verdeggianti pendici, la valle Latina, il Monte Cavo, fino al mare, che offre una chiara visione della conformazione del Vuleano. Il successivo salto di quota corrisponde al sito della porta principale della città murata, entro la quale le tracce affioranti dal manto erboso indicano edifici non scavati; in corrispondenza del punto terminale della strada asfaltata, ove sorgeva la cosiddetta "Casa del Custode", già ornata di sculture, poi distrutta da incuria e vandalismo, si notano profondi tagli nella roccia, indizio di costruzioni scomparse.

Si arriva all'ingresso dell'area del Foro, vasto piazzale lastricato delimitato da portici, che ha sullo sfondo la Cavea del Teatro. Prima di proseguire, deviando sulla sinistra, si imbocca una strada basolata che, uscendo dalla cinta urbana, ne costeggia un lungo imponente tratto in opera quadrata, fino alla Cisterna Arcaica, singolare costruzione con pseudo-cupola a forma ogivale, che alimentava una fontana, ora ridotta a resti informi.

La strada si inoltra nel bosco in direzione di Camaldoli, toccando numerose costruzioni appartenenti a ville e cisterne. Tornati verso il Teatro, lo si raggiunge attraverso uno splendido basolato; il monumento più celebrato della città risale al I sec. a.C. ed è addossato alla collina retrostante su cui sorge l'Acropoli; ne rimane il primo ordine della cavea e parte della scena; totalmente scomparso il secondo ordine che doveva scavaleare la strada che, sulla sinistra, sale verso l'Acropoli. Alle spalle del Teatro, una grande cisterna a più navate, il crollo delle cui volte lascia intravedere la maglia dei pilastri. Salendo verso la rocca, cinta a sua volta da poderose mura di cui si intuisce l'allineamento, si incontrano tracce continue di edifici, in parte antichi, in parte medioevali, sino al punto più alto (m. 675), segnato da una grande Croce eretta nel 1933, sul sito probabile di un tempio e della Rocca dei Conti di Tuscolo. L'ampiezza dei panorami e la straordinaria suggestione dell'ambiente non può non evocare quegli avvenimenti lontani e terribili conclusi con tanto accanimento distruttivo.

Tutte le pendici del Tuscolo sono dense di resti, spesso di difficile lettura; si segnalano, tra gli altri, un sepolcro detto "Cappello del prete", sulla sinistra della strada che conduce a Monteporzio, a mezza costa, ed un notevole complesso con vari ambienti ed un lungo muro in opera poligonale, che si raggiunge proseguendo un sentiero che parte dall'Anfiteatro e costeggia sulla destra la cosiddetta "Valle Cicero".


Ringraziamo il Comune di Monte Porzio Catone per la gentile collaborazione nella realizzazione di queste guide.

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